Delfino - CAPSULE COLLECTION
Designed by Erberto Carboni 1954La poltrona Delfino di Erberto Carboni è un esempio significativo del filone di arredamento cosiddetto “organico”, che si sviluppa negli anni cinquanta e che trae ispirazione dalle forme della natura.
Erberto Carboni
Designer grafico, cartellonista e illustratore (Parma 1899 - Milano 1984).
Laureato in architettura all’Accademia di Belle Arti di Parma (nel 1921, conseguendo il diploma d'onore), si avvia subito alla professione di grafico, aprendo uno studio nella sua città natale (sviluppa materiale pubblicitario per alcune aziende locali).
Inizia anche l'opera di illustratore, collaborando con alcune case editrici nell'allestire l'iconografia di volumi di narrativa di largo consumo e cominciando a lavorare con alcune testate, come "Lidel", "Novella", "Dramma", "Emporium", "Le Grandi Firme".
Nel 1932 si trasferisce a Milano, dove entra in contatto con lo Studio Boggeri e con l’Ufficio Pubblicità e Sviluppo della Olivetti.
Diviene in breve apprezzato allestitore per padiglioni espositivi all'interno di rassegne culturali e fieristiche: negli anni Trenta, ricordiamo l'apparato grafico per la Mostra dell'aeronautica italiana alla Triennale di Milano (1934), per l'Expo internazionale di Parigi (1936) e per gli stand per Faesite e Montecatini alla Fiera di Milano (1940).
Non cessa, peraltro, la sua attività nell'illustrazione periodica, collaborando con "L'Ufficio Moderno" (con altri grafici di tale rivista fonda il Gruppo Amici della Razionalizzazione), "La Lettura", "La Rivista illustrata del Popolo d'Italia", "Natura", "Snia Viscosa".
Dopo la guerra continua la sua attività di grafico fieristico, in particolar modo nell'ambito della Fiera di Milano (padiglione per la Radio italiana, 1950; salone dei prodotti
chimici Montecatini, 1950; allestimento commemorativo per il 50° della morte di Giuseppe Verdi, 1951; padiglione Montecatini, 1952; stand Rai-Tv, 1952 e 1954, ecc.).
Noto è anche l'allestimento del padiglione Italia 61 a Torino (1961), per il centenario dell'Unità d'Italia. Tra la seconda metà degli anni Trenta e gli anni Sessanta, Carboni allestisce inoltre le campagne pubblicitarie di numerose grandi aziende, segnandone spesso la crescita o l'affermazione sul mercato. Ricordiamo, in particolare, quelle per la Olivetti (1935), per la Shell (1937), per la Motta (1939), per la Rai-Tv (dal 1948), per la Barilla, per la Bertolli (dal 1952) e per la Pavesi (dal 1958).
Nella comunicazione pubblicitaria, Erberto Carboni portava la sua esperienza di illustratore e la sua attenzione per l'architettura della pagina, quest'ultima derivata dai suoi studi, ma ancora di più dalla collaborazione con Boggeri, dall'amicizia con Herbert Bayer, dalla contiguità ideale con le tematiche del Bauhaus.
Si aggiudica numerosi riconoscimenti, quali il Premio nazionale della grafica pubblicitaria, il Premio nazionale per l'allestimento di esposizioni, la Palma d'oro della pubblicità, il Gran premio della Triennale di Milano.
Nell'ultimo frangente della sua vita, ridotta l'attività di progettista grafico, si dà alla scultura e alla pittura, esponendo in alcune gallerie d'arte e alla Biennale di Venezia del 1972.